I documentari di Vittorio de Seta
Tra i primi lavori di recupero del patrimonio filmico regionale si è concretizzata la digitalizzazione delle opere che Vittorio de Seta ha realizzato tra il 1954 e il 1959. Dieci documentari girati nelle regioni povere e decentrate dell’Italia meridionale e insulare: Calabria, Sicilia e Sardegna. Culto per l’immagine, montaggio squisitamente cinematografico, assenza di commento fuori campo, sono elementi principali che caratterizzano i documentari desetiani. La vita dei pescatori, dei m
PASQUA IN SICILIA
Italia: 1954
Formato: 16 mm, b/n
Regia: Vito Pandolci, Vittorio De Seta
Montaggio:, Vittorio De Seta
Produzione: Vittorio De Seta
Lunghezza: 298 m
Durata: 11 min
La processione e le feste del periodo pasquale nelle zone di S. Fratello (Messina), Delia (Caltanissetta) ed Aidone (Enna).
VINNI LU TEMPU DI LI PISCISPATA
Italia: 1954
Formato: 35 mm, colore
Regia e fotografia: Vittorio De Seta
Montaggio: Vittorio De Seta e Luciana Rota
Organizzazione: Maurizio Tedaldi
Lunghezza: 293 m
Durata: 11 min.
I canti popolari e l’uso del dialetto sottolineano l’attività della pesca del pescespada: l’attesa prima della pesca, la pesca, il ritorno a riva.
ISOLE DI FUOCO
Italia: 1954
Formato: 35 mm, colore, Cinepanoramic
Regia e fotografia: Vittorio De Seta
Aiuto regia: Vera Gherarducci, Fabio Ridolfi
Montaggio: Vittorio De Seta e Tita Perozzi
Organizzazione: Maurizio Tedaldi
Produzione: Reportfilm e Vittorio De Seta
Lunghezza: 293 m
Durata: 11 min.
Primo premio per il documentario al Festival di Cannes, 1955.
La natura mostra la sua forza: il mare in tempesta, il vento violento, le colate di lava. L’uomo in balia del suo potere: gli uomini in barca, gli anziani e i bambini chiusi in casa, una donna intona un canto religioso. Poi l’alba, il sereno, il mare calmo, i pescatori ritornano al loro lavoro, la vita riprende.
SULFARARA
Italia: 1955
Formato: 35 mm, colore, Cinepanoramic
Montaggio e regia: Vittorio De Seta
Assistente operatore: Alfredo Manganello
Stab. Montaggio: Astra Cinematografica
Produzione: Astra Cinematografica
Durata: 10 min.
Targa d’argento al Premio David di Donatello, 1956-57.
Il lavoro duro e pesante dei lavoratori nelle miniere di zolfo è sottolineato dai canti dei minatori, dal rumore degli ascensori, delle perforatrici, dei carrelli.
CONTADINI DEL MARE
(Titolo provvisorio: La via del tonno)
Italia:1955
Formato: 35 mm, colore, Cinemascope
Montaggio e regia: Vittorio De Seta
Assistente operatore: Alfredo Manganello
Stabilimento doppiaggio: Lux Film
Stab. Montaggio: Astra Cinematografica
Produzione: Astra Cinematografica
Lunghezza: 286 m
Durata: 10 min.
Primo premio per il documentario al Festival di Manheim, 1956.
La descrizione della pesca del tonno in Sicilia: il rumore dell’acqua, il canto dei pescatori.
PARABOLA D’ORO
(Titolo provvisorio: Giorni D’estate)
Italia: 1955
Formato: 35 mm, colore, Cinemascope
Montaggio e regia: Vittorio De Seta
Assistente operatore: Alfredo Manganello
Stabilimento doppiaggio: Lux Film
Stabilimento montaggio: Astra Cinematografica
Produzione: Astra Cinematografica
Lunghezza: 269 m
Durata: 10 min.
Sotto un accecante sole d’estate, il contadino miete e trebbia col mulo. Girato in cinemascope, de Seta cura oltre la regia e il montaggio, anche la fotografia.
PESCHERECCI
Italia: 1958
Formato: 35 mm, colore, Totalvision
Montaggio e regia: Vittorio De Seta
Riprese: Lampedusa, Canale di Sicilia
Stabilimento montaggio: Astra Cinematografica
Produzione: Le Pleiadi produzioni cinematografiche
Lunghezza: 287 m
Durata: 10 min.
Premio per il documentario artistico al III Festival Internazionale di Montevideo, 1958.
“…ho visto la grande fatica, la sofferenza dei pescatori pagati a cottimo che stavano in mare anche per tre settimane, senza dormire, finché non avevano pescato…”
Vittorio de Seta in I documentari di Vittorio de Seta 1954 - 1959. Cineteca della Calabria, Catanzaro, 2003
PASTORI DI ORGOSOLO
Italia: 1958
Formato: 35 mm, colore, Panoramico
Montaggio e regia: Vittorio De Seta
Riprese: Orgosolo, Olienae e Ollonai
Stabilimento montaggio: Astra Cinematografica
Produzione: Le Pleiadi produzioni cinematografiche
Lunghezza: 300 m
Durata: 11 min.
Genziana d’argento al Festival Internazionale del Film della Montagna e dell’Esplorazione “Città di Trento”, 1958.
Il documentario costituisce, insieme con Un giorno in Barbagia, una sorta di ricerca sul campo di quello che sarà il primo lungometraggio di de Seta: Banditi a Orgosolo pietra miliare del cinema etno-antropologico. Ancora un corto che descrive il legame dell’uomo con la terra, con gli animali, fonte di sopravvivenza: la vita nomade dei pastori della Barbagia.
UN GIORNO IN BARBAGIA
Italia: 1958
Formato: 35 mm, colore, Panoramico
Montaggio e regia: Vittorio De Seta
Riprese: Orgosolo, Oliena e Ollonai
Stabilimento montaggio: Astra Cinematografica
Produzione: Le Pleiadi produzioni cinematografiche
Lunghezza: 289 m
Durata: 10 min.
Premio per il film artistico al Gran Premio Bergamo, 1958.
Il lavoro estenuante e faticoso delle donne sarde che si dedicano alla terra, dall’alba al tramonto: i rami che resistono al taglio delle accette, il passo affaticato delle fascine che gravano sulla testa, il monotono procedere della zappatura, tutto il cerimoniale della preparazione del pane, i rintocchi delle campane, i ragazzini che giocano a calcio con un barattolo e il canto che si dispiega nella notte.
I DIMENTICATI
Italia: 1959
Formato: 35 mm, colore, panoramico
Montaggio e regia: Vittorio De Seta
Assistente operatore: Alfredo Manganello
Stabilimento montaggio: Astra Cinematografica
Produzione: Astra Cinematografica
Durata: 20 min.
Giglio d’oro del Comune di Firenze al Festival dei Popoli, 1959.
Siamo alla fine degli anni ‘50, un piccolo paese alle falde del massiccio del Pollino, al confine tra la Calabria e Basilicata, vive in una precaria condizione di isolamento: Alessandria del Carretto. Le strade inesistenti costringono gli abitanti a utilizzare il mulo per ogni tipo di trasporto. Ma è in questo paese che ogni anno si rinnova la tradizionale festa dell’albero che annuncia l’arrivo della stagione primaverile. Il paese intero partecipa: si sale in montagna a tagliare il grosso pino che diventerà l’albero della cuccagna, con le sue provviste appese.
I documentari di Luigi Di Gianni
Il percorso di
documentarista e regista cinematografico di Luigi Di Gianni inizia negli anni
‘50, quando sceglie di dare voce a quella parte d’Italia, il Sud, in cui l’uomo
lotta ancora per la sopravvivenza. Numerosi i suoi corto e mediometraggi
d’ispirazione antropologica come Magia Lucana del 1958, Pericolo a Valsinni del
1959, o Il culto delle pietre del 1967, solo per citarne alcuni. Molti anche i
documentari di ispirazione sociale, storica, turistico - culturale, così come
quelli dedicati all’arte e al cinema, tra cui Zavattini del 1989. Con
quest’ultimo aveva collaborato nel
MAGIA LUCANA
Italia: 1958
Formato: 35 mm b/n
Durata: 18 minuti
Regia: Luigi di Gianni
Montaggio: Maria Rosada
Voce narrante: Arnoldo Foà
Produzione: Documento Film
Primo documentario girato in Basilicata; I premio del documentario al Festival del cinema di Venezia nel 1958.
La sopravvivenza di antiche forme magiche in Basilicata
NASCITA E MORTE NEL MERIDIONE
(San Cataldo)
Italia: 1959
Formato: 35 mm b/n da colore
Durata: 10 min.
Regia: Luigi di Gianni
Montaggio: Franca Garbini
Voce narrante: Riccardo Cucciola
Produzione: Sedi
Premio “Puccini Senigallia” 1959. Diploma di merito “Nastro d’argento” 1960. Menzione speciale al “Festival di Oberhausen” 1960.
Girato in una frazione di Avigliano, un paese a 35 Km da Potenza. San Cataldo era un paese fuori dalla Grazia di Dio in modo totale, non c’era nulla. I morti venivano portati in barella messi su un mulo e sepolti a sette chilometri di distanza. In questo paese non c’erano strade, solo fango.
DONNE DI BAGNARA
Italia: 1959
Formato: 35 mm colore
Durata: 10 min.
Regia: Luigi Di Gianni
Montaggio: Renato May
Voce narrante: Riccardo Cucciolla
Produzione: Giorgio Patara
A Bagnara Calabra, paese famoso per la pesca del pesce spada, sono le donne a tirare avanti le famiglie, poiché gli uomini, in gran parte pescatori, sono quasi sempre disoccupati.
IL CULTO DELLE PIETRE
Italia: 1967
Formato: 35 mm b/n
Durata: 18 min.
Regia: Luigi Di Gianni
Montaggio: Giulia Bettola
Produzione: Egle Cinematografica
Primo premio del “Film Etnografico e Sociologico” al Festival dei Popoli 1967.
In un paese della Marsica, a Raiano, nei pressi di Sulmona, l’usanza dei devoti, in occasione della festa del santo protettore S. Venanzio, di addentrarsi nella grotta da lui abitata, e strofinarsi sulle pietre per ottenere la guarigione dei mali che li affliggono.
TEMPO DI RACCOLTA
Italia: 1967
Formato: 35 mm, colore
Durata: 13 min.
Regia: Luigi di Gianni
Montaggio: Renato May
Produzione: Egle Cinematografica.
Nell’ospedale di un piccolo centro della provincia di Reggio Calabria alcune anziane raccoglitrice d’olive sono piegate dall’artrite e dall’anchilostoma. In gran parte mogli d’emigrati, reclutate dai guardiani sulle piazze dei paesi, le raccoglitrici lavorano senza alcuna forma di tutela dall’alba sino al tramonto, sempre piegate con la schiena e sotto l’occhio vigile del padrone. L’ulivo è segno di pace e prosperità, ma le donne che vanno all’oleificio cantano una canzone che dice: “Le foglie dell’olivo sono amare”.
LA MADONNA DEL POLLINO
Anno: 1971
Formato: 35 mm (girato in 16 mm) b/n e colore
Durata: 18 min.
Regia: Luigi Di Gianni
Montaggio: Carla Simoncelli
Produzione: Nexus Film
Località: Pollino
Ai primi di luglio, da tempo immemorabile, ogni anno migliaia e migliaia di pellegrini si recano sul monte Pollino per partecipare ad un’antica festa. Giunti sia da paesi del versante lucano che da quello calabrese, costruiscono capanne con frasche, dove trascorrono, i giorni della festa. Suonano, cantano, ballano, mangiano carne di capra e di pecora, che sgozzano sul posto. I fedeli offrono le cose migliori alla Madonna e in cambio le chiedono miracoli e protezione.
I documentari di Elio Ruffo
Elio Ruffo, regista e
documentarista, nato a Reggio Calabria nel 1921 e morto a Bovalino (RC), a soli
52 anni, nel 1972, fu il primo a denunciare nel cinema la povertà e l’abbandono
delle comunità calabresi del Dopoguerra. Opere come S.O.S. Africo e Tempo d’amarsi
rappresentano in maniera eloquente le condizioni miserevoli di vita di questa
gente e tuttavia la grande dignità, l’ottimismo e la profonda voglia di
riscatto.
S.O.S. AFRICO
Italia: 1949
Durata: 9 min. 55 sec.
Regia e soggetto: Elio Ruffo
Musiche: Virgilio Chiti
Montaggio: Pino Giovini
Commento parlato: Sandro Paternostro
Produzione: Associati
Il viaggio di un giornalista da Bovalino ad Africo, diventa il pretesto per raccontare la difficoltà del viver quotidiano della gente di Calabria, le sue speranze di sviluppo economico.
TEMPO D’AMARSI
Italia 1954
Primo film a soggetto di Elio Ruffo
Storia del conflitto tra una sorella e un fratello che, alla morte del padre, si ritrovano alla guida della famiglia.
IL MONTE DI PIETA’
Anno di produzione: 1960.
UNA RETE PIENA DI SABBIA
Italia: 1967
Durata: 98 minuti
Regia, soggetto e sceneggiatura: Elio Ruffo
Musiche: Teo Usuelli
Montaggio: Mario Giacco
Produzione: Ars Cinematografica
Tornato in Calabria, sua terra d’origine, un regista decide di girare un reportage per la televisione, ma si scontra con il potere mafioso che gli impone la sua volontà. Deciso a mostrare la realtà del mondo calabrese, l’autore si scontrerà anche con il potere televisivo, che rifiuterà di mandare in onda l’inchiesta.
Il cinema di Gianni Amelio
Per aggiungere ancora un tassello al lavoro di recupero e conservazione, la Cineteca ha di recente acquisito la copia in 35 mm del film “Il ladro di bambini” del regista calabrese Gianni Amelio, uno dei più apprezzati e raffinati autori italiani.
Nato a San Pietro Magisano (CZ), ai piedi della Sila catanzarese, il regista è autore di grandi film come Colpire al cuore, Porte aperte, Lamerica, Così ridevano, Il primo uomo, L’intrepido.
La Cineteca della Calabria ha avuto modo di collaborarvi e beneficia tutt’oggi del prezioso apporto scientifico del maestro Gianni Amelio, che nel 2015 è stato insignito del Premio Mario Gallo.
IL LADRO DI BAMBINI
Origine: Italia, 1992
Regia: Gianni Amelio
Soggetto e sceneggiatura: Gianni Amelio, Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Fotografia:Tonino Nardi, Renato Tafuri
Montaggio: Simona Paggi
Musica:Franco Piersanti
Scenografia:Andrea Frisanti
Interpreti: Enrico Lo Verso, Valentina Salici, Giuseppe Ieracitano
Gran Premio della Giuria a Cannes, Felix per il miglior film europeo, Nastro d’argento per la regia e per la sceneggiatura.
Un carabiniere calabrese ha il compito di accompagnare in un orfanotrofio di Civitavecchia una bambina, costretta dalla madre a prostituirsi, e il suo fratellino. Spinti a proseguire il viaggio verso la Sicilia, a causa del rifiuto del direttore dell’orfanotrofio, i bambini ritornano, grazie al loro accompagnatore, e seppure per un breve momento, a essere bambini spensierati.
Se è vero che un film non è mai determinabile nella sua trama, questo è fin troppo vero nelle opere di Gianni Amelio in cui la storia non è che il semplice pre-testo per raccontare altro. In questo senso Il ladro di bambini, film pluripremiato del regista calabrese, è non solo la denuncia di un raccapricciante fatto di cronaca, ma anche il racconto di una terra, la Calabria, il cui splendido paesaggio è deturpato dalle costruzioni incompiute quanto inconsulte, è offeso dalla gente per la quale la corruzione è diventata norma e abito mentale, ma è anche seme in cui far germogliare un risveglio ed una speranza luminosa.
I lavori di Mario Gallo
Il documentarismo italiano, pur non essendo riuscito a creare una vera e propria “scuola”, al contrario di quanto è accaduto in altri paesi, ha espresso nel periodo compreso tra la metà degli anni quaranta fino agli anni sessanta, autori e opere di notevole valore.
Tra questi merita un posto certamente Mario Gallo, che, prima di intraprendere la prestigiosa carriera di produttore che lo renderà famoso firmando alcuni dei film più importanti del cinema italiano come La lunga notte del ‘43, Morte a Venezia, Ecce Bombo e tanti altri, gira delle piccole opere sul suo paese d’origine.
I documentari che Mario Gallo gira a Rovito, costituiscono un’appassionata esplorazione antropologica su una provincia calabrese negli anni ’50 e ’60 ed un ritratto fedele della civiltà contadina: la festa di Carnevale, gli svaghi dei giovani, i giochi dei bambini, il fidanzamento, il matrimonio, gli spettacoli improvvisati durante il raccolto. Su di essi il rischio, pur incombente, di uno stravolgimento della storia a vantaggio del mito, viene scongiurato dalle intenzioni affatto misteriose dell’autore: recuperare una memoria storica irrimediabilmente destinata a scomparire, e fare delle vicende narrate i passaggi di un processo di appropriazione di identità da parte di un “universo sociale”, che è stato protagonista e soggetto di importanti trasformazioni nella società italiana a partire dagli anni ’50.
Quanto agli interpreti, salvo qualche eccezione, si tratta di attori presi dalla strada e minimamente istruiti ai ruoli assegnati. La musica è di Egisto Macchi, avviato proprio da Gallo ad una futura intensa attività di autore di musiche per il cinema. Il montaggio è invece affidato al grande Renato May.
LA FARSA DI CARNEVALE
ITALIA: 1957
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: GIUSEPPE DE MITRI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: DOCUMENTO FILM
MICHELINO
ITALIA: 1957
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: GIUSEPPE DE MITRI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: MARCELLA BONANOTTE PER LA DOCUMENTO FILM
LUNGHEZZA: 310 mt
DURATA: 11’
MATRIMONIO SEGRETO
ITALIA: 1958
FORMATO: 35 mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOFRAFIA: GIUSEPPE DE MITRI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: REMO GIORGIN
LUNGHEZZA: 445 mt
DURATA: 14’
VINO E PEPE
ITALIA: 1958
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: GIUSEPPE DE MITRI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: FULVIO LUCISANO
LUNGHEZZA: 412 mt
DURATA:
IL MAGO
ITALIA: 1959
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: PIER PAOLO PASOLINI
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: GIUSEPPE DE MITRI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: DOCUMENTO FILM
LUNGHEZZA: 320 mt
DURATA: 10’
SABATO SERA
ITALIA: 1959
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: LUIGI ZANNI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: GIORGIO PATARA
LUNGHEZZA:
DURATA: 20’
DICHIARAZIONE D'AMORE
ITALIA: 1961
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: LUIGI ZANNI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: GIORGIO PATARA
LUNGHEZZA: 316 mt
DURATA: 11’
UNA STORIA D'AMORE
(Lettera al Senatore Luigi Renato Sansone)
ITALIA: 1965
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: SANDRO DEVA
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: NEXUS FILM
LUNGHEZZA: 353 mt
DURATA: 13’
CALABRIA IERI, CALABRIA OGGI
ITALIA: 1970
FORMATO: 35mm, COLORE
REGIA: MARIO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: MARIO GALLO
MONTAGGIO:RENATO MAY
FOTOGRAFIA: GIUSEPPE DE MITRI
MUSICA: EGISTO MACCHI
PRODUZIONE: GIORGIO PATARA